Prendere coscienza di se stessi, dell’intimo valore personale che ogni persona racchiude in sé, del diritto ad esprimerlo e a renderlo fruibile agli altri, per contribuire allo sviluppo personale e collettivo…
In questi ultimi mesi si sta assistendo a una sorta di risveglio delle coscienze, a livello globale e individuale. Il mondo arabo, dalla Tunisia, all’Egitto, al Bahrein alla Libia, è scosso da un’ondata di rivolta in nome dell’indipendenza, della libertà e di una vita dignitosa. E non sono bastati i tentativi di repressione feroce per fermare i fiumi di persone scese in piazza.
Nel nostro paese di recente, partendo da un tam tam di poche donne, si è creato un movimento che ha invaso le città italiane. Donne che hanno deciso di voler agire da protagoniste, di riprendersi in mano la libertà di essere e non di essere usate. È evidente la voglia di agire in prima persona senza aspettare che qualcuno risolva problemi antichi irrisolti.
Non sarà un caso che l’inno all’amore e al risveglio collettivo di Roberto Vecchioni, abbia vinto un festival nazional popolare come Sanremo. È come assistere al risveglio da un lungo letargo, come nella favola della Bella Addormentata dove i sudditi, però, dopo il lungo sonno devono abbattere intricate sterpaglie, prima di poter arrivare al Castello.
Nel magico processo evolutivo dell’animo umano, il risveglio delle coscienze non è mai indolore. Prendere coscienza di se stessi, dell’intimo valore personale che ogni persona racchiude in sé, del diritto ad esprimerlo e a renderlo fruibile agli altri, per contribuire allo sviluppo personale e collettivo, richiede essere disposti a lottare nel principio della coerenza interna.
Il risveglio del senso e del significato delle nostre vite, corrisponde a un messaggio universale comune a tutte le religioni, che unisce tutti gli uomini su questa terra. Quando la via appare chiara, e si è pronti a spiccare il volo, si fa molta fatica a restare fermi e a rientrare nel bozzolo della passività.
Nel mio lavoro di Coach, sempre più spesso ascolto persone che cercano il senso della propria vita, che vogliono dar voce alle spinte realizzative, che vogliono agire in modo nuovo per riappropriarsi di quella che riconoscono essere la loro vita. E scoprono di averla trovata quando riescono a vivere in modo naturale, senza sforzo, consapevoli del proprio valore e, abbandonate le frustrazioni quotidiane, riconoscono più facilmente quello degli altri. E questo capita al top manager come al neo laureto.
Si tratta di attivare un processo di centramento per scoprire la propria essenza e riallinearla, esplorando quelli che Robert Dilts chiama i livelli logici di pensiero (la dimensione spirituale, l’identità, i valori, le convinzioni personali, le competenze, i comportamenti, da agire nell’ambiente). E gli indicatori di risultato più frequenti che noto, sono la serenità, la pace interiore, l’equilibrio nelle relazioni umane. Stati d’animo riconoscibili da segnali fisici di benessere, di sonno notturno tranquillo, di rilassatezza muscolare, di energia ritrovata.
La consapevolezza di sé è uno stato di non ritorno, si può solo andare avanti, prendendosi la responsabilità di agire con impegno per realizzare quella che Paulo Cohelo chiama la leggenda personale, nel suo famoso libro “L’Alchimista”.
Giovanna Giuffredi
Tratto da: Coaching Time