L’equilibrio tra le dimensioni temporali per essere padroni di progetti e azioni
Approfondimento del video pubblicato su JOB24, canale lavoro del Sole24ore.com
Manuela è una consulente aziendale che ha la sensazione di non riuscire a concludere più niente. Gli affari vanno male e non riesce a portare a casa nuovi contratti.
Passa il tempo rimpiangendo i bei tempi andati, ricordando quando i clienti la cercavano, quando non c’era la crisi, quando fioccavano le opportunità.
Oppure ha la tendenza a sognare, quanto sarebbe bello se, come vorrebbe che, come le piacerebbe presentare progetti innovativi…, tutte idee che però rimangono nella sua testa. Vive nel passato o nel futuro.
E’ come chi cerca di correre guardando indietro, o cerca di raggiungere un luogo senza sapere quale strada seguire. Cosa accade? Come minimo cade o sbaglia strada.
Manuela è proiettata sul passato che non torna o sul futuro che vorrebbe, ma non si concentra sul suo presente. La padronanza delle dimensioni temporali per ottenere qualcosa è molto importante, in particolare l’attenzione al presente.
Manuela gradualmente, partendo dai suoi sogni, ha cominciato a trasformarli in progetti, ne ha colto il valore, l’importanza, l’impatto che avrebbero sulla sua vita se si realizzassero. In poche parole ha trovato una motivazione trainante.
La sua tendenza a guardare al passato, l’ha aiutata a mettere a fuoco le sue risorse e a ricordare le strategie vincenti, a ritrovare quella stessa energia che le faceva ottenere buoi risultati.
La cura della dimensione presente ha richiesto un po’ più di tempo, ma oggi Manuela pianifica piccoli passi e azioni concrete da fare.
Ha scandito la sua agenda di impegni e compiti che si è data. Ha stilato un elenco dei vecchi contatti, implementandolo con nuovi clienti, ha studiato il mercato, progettato interventi innovativi e si è proposta a varie aziende. Insomma ha fatto tutto quello che dipendeva dalla sua volontà.
E non rimpiange più il passato, è entusiasta per avere portato a casa nuovi contratti.
Giovanna Giuffredi
Tratto da: Coaching Time