MAL D’UFFICIO? COME USCIRNE INDENNI

C’è chi comincia a star male dalla domenica sera al solo pensiero di rientrare in ufficio la mattina seguente. Il male del lunedì è un fenomeno tristemente noto come Sick Building Syndrome o sindrome dell’Edificio malato, per le tante vittime che ne sono colpite. Lo stress lavorativo si può manifestare con mal di testa, crampi allo stomaco, vertigini, nausea, senso di pesantezza, mal di schiena, bruciori agli occhi, difficoltà di concentrazione, ecc.

Ma quali sono le cause? I numerosi studi condotti sull’argomento ne hanno individuato svariate: dagli acari delle moquettes, ai filtri malfunzionanti dell’aria condizionata, ai materiali tossici degli arredi, alla luce al neon, all’inquinamento acustico degli open space, alle esalazioni dei detergenti o altri prodotti chimici di pulizia. Ma da un più attento esame condotto dai ricercatori dell’University College di Londra su più di 4000 lavoratori, risulta che la causa principale sia di tipo psicologico-relazionale. Le cause scatenanti di tanto malessere sono da imputare all’ambiente umano, all’antagonismo dei colleghi, alle angherie dei superiori, alle pressioni di capi troppo esigenti e per nulla gratificanti. Il fenomeno pare che colpisca soprattutto l’universo femminile, il 20% delle donne contro il 14% dei colleghi uomini. Si può certamente parlare di una concausa di svariati fattori: aspetti fisici e strutturali dell’ambiente di lavoro, le relazioni interpersonali, ma entra in gioco anche la sfera personale.  Non tutti nelle medesime condizioni hanno le stesse reazioni.

Ci sono alcune persone che sembra non colgano le provocazioni di colleghi e superiori, non cadono nei trabocchetti dello stress indotto, sembrano cosparse di grasso di balena, tutto scivola su di loro, riescono ad avere buoni rapporti con tutti, addirittura a sostenere chi sembra crollare sotto il peso del clima ostile, mostrando interesse in quello che fanno, senza rimanere indietro con il lavoro! La questione dipende in larga misura dall’atteggiamento mentale verso le circostanze e gli eventi, dal “focus” della propria attenzione, che se è rivolto soprattutto all’esterno è come delegare agli altri o agli eventi il proprio benessere. Si assegna un peso a volte eccessivo ai gesti, alle parole, ai comportamenti degli altri, ma quel che è peggio è che si comincia ad accumulare mentalmente una sorta di carica preconcetta: il capo dispotico o il collega scontroso prende posto nella mente, li si vede agire contro di noi prima ancora di mettere piede in ufficio, i loro fantasmi non ci abbandonano mai. Di conseguenza ci si predispone al peggio, ci si prepara a combattere, si entra già tesi in uffici e basta uno sguardo storto per faci reagire con aggressività o scegliere di covare nell’ombra la vendetta, trascurando il lavoro. Così otteniamo ciò che più temevamo, prestando il fianco a reazioni a catena destabilizzanti: si tratta di una profezia che si avvera.

Che fare? Resettare la mente e l’anima ogni giorno, partire da zero, immaginare di passare una spugna sulla mente prima di uscire e soprattutto prima di rientrare in ufficio. Concentrare il focus sul proprio benessere, sugli obiettivi professionali, sul lavoro da svolgere. Se il superiore ha voglia di urlare è un suo problema, delle sue arterie e del suo cuore iperteso, se la collega è sempre scontenta avrà forse difficoltà familiari; possiamo semmai ascoltarla, ma non permetterle di cambiare il nostro umore.

Trovare interesse in ciò che si fa consente di farlo meglio, di rendere di più e di avere così motivi concreti di contrattazione per aumenti o promozioni. E se l’ambiente e il tipo di lavoro sono troppo distanti da interessi e aspettative personali, se non c’è più nulla da dare e da imparare, allora forse è il momento di cambiare, di fare il punto sulle competenze acquisite, aggiornare il curriculum e partire alla ricerca di nuove opportunità.

Il tema della nostra News Letter è stato approfondito  da La Repubblica TV il 16 ottobre. Giovanna Giuffredi è stata ospite in studio per il programma di attualità “Odio i lunedì” di  Paolo Garimberti con Mariapia Camusi del Censis.  Il sito Psicologia del lavoro ospita l’articolo completo:  http://www.psicologiadellavoro.com/content/view/323/33/

Giovanna Giuffredi

Diventa un Coach accreditato da ICF

I migliori corsi riconosciuti dall’International Coaching Federation

Categorie

In primo piano

Navigare tra le differenze del Coaching Career Coaching

Navigare tra le differenze del Coaching

“Il coaching è liberare il potenziale di una persona per massimizzarne la crescita.” John Whitmore Durante i periodi di cambiamento o transizione, nei periodi in …

Leggi l'articolo →

Podcast

Scopri altri post

Competenze del Coach

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del Coaching

L’ascesa dell’Intelligenza Artificiale  L’Intelligenza Artificiale (IA) è un …

Leggi l'articolo →
Navigare tra le differenze del Coaching Career Coaching

Navigare tra le differenze del Coaching

“Il coaching è liberare il potenziale di una …

Leggi l'articolo →
Atelofobia, il freno alla crescita personale e professionale Crescita Personale

Atelofobia, il freno alla crescita personale e professionale

Atelofobia, una parola complessa, e spesso sconosciuta, per …

Leggi l'articolo →
Non perdere i prossimi articoli, resta aggiornato sul mondo del coaching.

Iscriviti alla Newsletter

"*" indica i campi obbligatori

Privacy*
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.