L’AMORE E’ CIECO … MA SI PUO’ AMARE ANCHE AD OCCHI APERTI

Perché molte persone, donne in particolare, non riescono a vivere relazioni affettive serene?
Perché molti si lamentano di non riuscire a comunicare tra i due sessi?
Come trasformare in energia vitale l’energia distruttiva di chi vuole mantenere a tutti i costi un rapporto in piedi, anche se non funziona, di chi si invischia continuamente in relazioni sbagliate o di chi non riesce a procedere senza un partner (comunque sia) accanto?

Razionalmente è facile la diagnosi, è semplice dire come fare per star bene, ma dalle parole ai fatti le cose si complicano. I rapporti logoranti …si continuano a logorare. Troppo spesso si sentono persone, soprattutto donne, lamentarsi di quanto poco basterebbe per farlo “cambiare”, non ci vorrebbe niente ad essere “felici”… se solo lui “capisse” , ecc. Sono spesso donne autonome nel lavoro, capaci di cavarsela in tutte le situazioni, senza bisogno di salvagenti o zattere, in grado di difendere le proprie idee,  ma accompagnate da un sottile senso di inadeguatezza, spesso così profondo da costringerle a cercare continue rassicurazioni affettive, peraltro mai appaganti del tutto. E così agiscono solo per compiacere l’altro, indossano panni che non condividono, in attesa di un suo gesto, di una parola, perdendosi di vista. Le dipendenze affettive hanno radici profonde  e rami che vanno i varie direzioni: possono coinvolgere anche relazioni professionali o genitoriali.

Ma perché “accontentarsi” e vivere  relazioni affettive poco appaganti, senza entusiasmo o, addirittura, sofferte? Perché non prendersi il tempo per rileggere il proprio modo di voler bene, partendo da sé?  Per amare meglio è necessario interrogarsi, guardarsi dentro,  mettersi in gioco, rivedere le proprie credenze per aprirsi a nuovi atteggiamenti mentali e affettivi, in poche parole ri-scoprire la propria intelligenza affettiva.

Giovanna Giuffredi