Un colore delicato accoglie la sua vita e può segnarle la vita. Dal fiocco rosa alle quote rosa. Dal diritto alla vita, alla lotta per vivere i propri diritti. Piccole, incessanti, sottili, subdole o violente tracce depotenzianti segnano il cammino per diventare donna. Identità racchiuse dentro una categoria: donne.
“Donne al volante”, “donne mutevoli”, “donne fragili”, “donne emotive”, “donna che fa rima con danno”, “donne angeli del focolare”, “donna che tanto è in quei giorni”, “donna che ormai non è più in quei giorni”, “donna sesso debole”, “donne da scavalcare”, “donne fragili da violentare”, “donne in carriera perché mascoline o perché troppo donne”.
Un marchio rosa che passa dai cliché stessi per tutte le donne, anche quelle “non rosa”. Donne che faticano ad essere rispettate, a creder e in se stesse, ad emergere, a sbocciare, a diventare la persona che sono. Donne prigioniere di pregiudizi. Per avere l’amore di mamma e papà prima, per avere l’approvazione della maestra poi, per conquistare un cuore, molte cedono terreno, rinunciando a scoprire chi sono veramente per essere chi ci si aspetta da loro, curando l’apparire e dimenticando di essere. La piantina rosa dell’autostima perde così le foglie, si piega da un lato, si allontana dalle sue radici. Vite a tinta unita. Un vagito non è rosa e non è azzurro, racchiude colori, brillanti, accecanti, colori che se riconosciuti e rispettati, si trasformano in opere d’arte dalle sfumature multicolori.
Tratto da Unanimemente, antologia di donne per donne, a cura di G. Gianfelice e L. Sebastianelli.( I proventi vanno a Be Free, cooperativa che aiuta donne vittime di violenza).
Giovanna Giuffredi
Tratto da: Coaching Time