Approfondimento del video sullo stesso tema, pubblicato sul sito www.job24.it, canale Lavoro de Il Sole 24ore
Il coaching serve a tutti? Probabilmente no. Il coaching serve a chi desidera migliorare o cambiare qualcosa nella propria vita, che sia a un livello pragmatico o esistenziale. Il coaching calza a chi è orientato verso il proprio successo, a chi è proiettato verso obiettivi specifici.
E se una persona vuole lavorare su aree delicate, complesse o particolarmente problematiche? Secondo il codice etico dell’International Coach Federation, è bene che il coach in questi casi alzi le mani. E’ importante, infatti, che siano chiari i confini entro i quali si muove il coach. Non è un formatore, non offre consigli, né suggerimenti o soluzioni, semmai con le sue domande suscita le risposte che il cliente sta cercando.
E se il cliente vuole lavorare su aree conflittuali o affrontare un forte disagio, è bene che il coach concordi con il cliente l’opportunità di rivolgersi ad altri professionisti. Ma è anche vero che un cliente, pur avendo situazioni di forte malessere, può lavorare su aspetti concreti della propria vita con un coach.
Il coaching è un approccio straordinario che aiuta a ragionare e a velocizzare i processi decisionali, con un approccio che si può definire ecologico. Nel rispetto, cioè delle caratteristiche della persona e delle sue modalità, facilitando l’individuazione delle strategie più funzionali.
Giovanna Giuffredi
Tratto da: Coaching Time