IL COACHING DELL’APPRENDIMENTO

Come fare a migliorare le proprie capacità, per poter raggiungere più facilmente o velocemente determinati obiettivi di apprendimento?

Tra capacità e potenziale di apprendimento il  gap può essere più o meno ampio, e ciò può dipendere da alcuni fattori critici. Le capacità di apprendimento sono solo in minima parte delle abilità innate e normalmente si esprimono in ciascuno di noi al di sotto delle nostre reali potenzialità. Questo perché restiamo per lo più ancorati ad abitudini disfunzionali acquisite nel tempo, credenze limitanti, o a scarsa autoconsapevolezza.

Esistono quattro “leve” fondamentali (quattro aree di sviluppo), che una volte stimolate possono favorire il pieno sviluppo del proprio potenziale di apprendimento, e  quattro “blocchi”, che possono invece frenarlo.
Queste sono le “leve” del potenziale di apprendimento:

  1. Proattività: essere proattivi significa essere responsabili della nostra vita; un atteggiamento proattivo consiste in una attivazione autoresponsabile e intraprendente nei confronti dei propri scopi, ed è in genere sostenuto da un buon livello di auto-motivazione e da un buon senso di auto-efficacia. La proattività può essere incentivata in vari modi, ad esempio favorendo una corretta pianificazione;
  2. Autoconsapevolezza e pensiero metacognitivo: la metacognizione consiste nella coscienza che una persona ha dei propri processi mentali, nella consapevolezza delle strategie che utilizza per gestirli, e nella riflessione che attua sul proprio percorso mentale, riflessione che gli consente di pianificare, controllare e verificare il proprio processo di apprendimento, e di incrementarne di molto la profondità e l’efficacia;
  3. Sapersi ascoltare: intuito e pensiero critico: la capacità di attivare l’”ascolto interno”, di lasciare emergere il proprio intuito e la propria creatività, di  stimolare il proprio pensiero critico favorisce il passaggio da un apprendimento superficiale a un apprendimento profondo;
  4. Curiosità e gioco: consiste nel riscoprire e riavvalorare le dimensioni del gioco e della curiosità nell’apprendimento: elementi, questi, che ci accompagnano e che ci guidano alla scoperta del mondo nei primi anni della nostra vita, e che, secondo sempre più autorevoli studiosi, tra cui Bruner e Visalberghi, sono aspetti vitali e imprescindibili di ogni autentico apprendimento.

Ecco invece i “blocchi” del potenziale di apprendimento:
1. Le abitudini: un comportamento abitudinario nell’apprendimento, limita le possibilità di apprendimento, perché limita le possibilità di fare nuove esperienze e fa si che un determinato metodo di apprendimento venga adottato più per inerzia che per una precisa scelta; bisogna quindi prendere coscienza delle proprie abitudini per poi sperimentare nuove modalità più funzionali;
2. Gli autosabotaggi: si tratta di situazioni nelle quali viene limitato l’apporto di energia o impegno investito nel perseguimento di un  proprio obiettivo, limitando le proprie possibilità di successo, per costruirsi un “alibi” nel caso di eventuali insuccessi. Servono a proteggere l’immagine di se ed il proprio senso di autostima, ma possono limitare fortemente le proprie possibilità di apprendimento; vanno quindi smascherate e sostituite con strategie più funzionali;
3. Convinzioni limitanti: la presenza di convinzioni negative su se stessi (ad esempio sulle proprie capacità) limita fortemente le proprie possibilità di apprendimento. Le convinzioni forniscono il rinforzo che supporta o inibisce particolari capacità o comportamenti: quindi le convinzioni che si hanno su se stessi sono molto importanti (molto più delle effettive capacità possedute) nella predizione dei risultati di apprendimento che si raggiungeranno. Bisogna aiutare la persona a “smuovere” proprie credenze limitanti, e ad acquisirne di potenzianti;
4. Senso del dovere: il senso del dovere ci spoglia della nostra creatività e ci spinge a far qualcosa più per necessità che per una reale motivazione. Quando facciamo qualcosa solo per senso del dovere non diamo espressione alla nostra vera natura, alla nostra identità e alla nostra naturale creatività; quindi non è possibile apprendere qualcosa in modo profondo, ma solo in modo superficiale. Non sempre possiamo fare in modo che le cose che apprendiamo ci piacciano, ma possiamo scegliere l’atteggiamento con cui affrontarle.

Il learning coaching (o coaching per l’apprendimento),  può agire sia sulle “leve” che sui “blocchi”del potenziale di apprendimento, per aiutare le persone ad apprendere ad apprendere.

Nel libro “Gli 8 passi per apprendere ad apprendere – Coaching per l’apprendimento” (edito da FrancoAngeli), uscito il mese scorso, il collega Daniele Mattoni, Life & Learning Coach, espone in modo articolato e approfondito questo modello olistico e pragmatico di learning coaching, e le modalità attraverso le quali il coaching riesce ad azionare le leve e a risolvere i blocchi del potenziale di apprendimento. “Gli 8 passi” propone un vero percorso di self-empowerment personale, che accompagna il lettore alla conoscenza e al pieno sviluppo delle proprie possibilità di apprendimento.

Giovanna Giuffredi