Se non puoi essere strada sii sentiero,
se non puoi essere sole, sii una stella,
vincere o perdere non ha a che vedere con la grandezza,
ma bisogna essere al meglio quello che si è.
(D. Malloch)
Chi non ritiene di essere stato influenzato dalla propria famiglia?
Nel bene o nel male siamo il frutto della nostra storia personale.
Grazie o a causa delle esperienze che abbiamo vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza oggi siamo le persone che amiamo o meno.
Spesso i genitori, anche in buona fede, lasciano tracce che non sempre corrispondono a quelle che avrebbero percorso i figli.
Si sa, quello del genitore è un mestiere difficile e complicato e nessuno lo insegna insegna.
Guidare, proteggere, sviluppare, valorizzare, sostenere e lasciare andare… sono fasi che dovrebbero essere naturalmente conseguenti e armoniose, ma che spesso si inceppano da qualche parte. Nel mio lavoro ho incontrato migliaia di ragazzi e centinaia di genitori.
A una lettura superficiale sembra di ascoltare sempre i soliti problemi: genitori delusi e figli insofferenti. In realtà, ogni caso è talmente unico e rappresentativo della specifica realtà, che ogni generalizzazione diventa un azzardo. Ma certamente posso sostenere che ai ragazzi basta poco per aprirsi, a volte sembra che aspettino solo l’occasione per poter guardare con fiducia al loro futuro. E la fiducia è contagiosa, più se ne riceve, più si è disposti a darla.
I genitori appaiono spesso confusi e disarmati e chiedono aiuto per essere aiutati.
Per tale motivo partirà a novembre non un corso, ma un ciclo di incontri da seguire anche occasionalmente, per confrontarsi su casi reali, per mettersi in gioco, per ritrovare il senso di essere genitori, per scoprire semmai spunti di riflessioni o metodi educativi più adeguati per aiutare i propri figli a diventare ciò che potenzialmente sono.
Giovanna Giuffredi