Come guidare e sostenere i figli nella più delicata fase evolutiva
Adolescenza: ricerca di identità, crisi di originalità, crisi adolescenziale, crisi esistenziale.
Quante etichette e discussioni riguardo a un periodo di vita che probabilmente ognuno di noi ricorda bene. Una continua e affannosa ricerca di sé stessi ostacolata da destabilizzanti turbolenze interiori che impediscono di conoscersi, di farsi strada, di trovare una direzione, per evolvere senza troppi scossoni. Perché in fondo tutto cambia, nulla è fine a sé stesso.
“E non saremo domani quelli che fummo, né quelli che siamo.” diceva Ovidio.
Ha senso quindi vedere questa ricerca di sé degli adolescenti (e non solo) come un problema da risolvere, da analizzare? O è meglio, piuttosto, considerarla come una semplice fase di crescita personale da vivere appieno traendo da essa ciò che di utile ne scaturisce per chi la vive in primis o di riflesso?
La famiglia e il contesto sociale
La famiglia e il contesto sociale spesso non facilitano questa preziosa fase di sviluppo, non permettono di far sperimentare nuovi comportamenti, abitudini, diversi abbigliamenti.
Anzi, il più delle volte, alzano un dito giudicante che non fa altro che contribuire ad alimentare ciò di cui essi stessi accusano il povero adolescente.
Gli adulti non comprendono che ci si trova di fronte al temuto fenomeno della crisi di originalità.
Colgono solo i segnali distanti (forse per loro troppo distanti), dalla propria impostazione educativa e dalle proprie aspettative, e ne rimangono spiazzati.
I segnali da monitorare in questa fase dell’adolescenza possono essere anche agli opposti, poche le sfumature, molti gli eccessi:
- Conformità sociale: spinta a conformarsi ai gruppi di coetanei o alle aspettative degli adulti per paura di essere giudicati o esclusi perché “diversi”
- Corsa alla perfezione: senso di inadeguatezza dovuto al confronto con stereotipi e modelli dell’apparire perfetti (o apparentemente tali), anche a causa della pressione esercitata dai social media
- Scarsa autostima: insicurezza, paura del giudizio degli altri, incapacità di riconoscere il valore della propria autenticità
Ma come uscire da possibili situazioni di stallo e trasformare la “crisi” in “evoluzione”?
È fondamentale che la famiglia e gli educatori prendano coscienza dell’importanza di fornire all’adolescente un contesto in cui muoversi che lo faccia sentire libero di esprimersi.
Libero di esplorare e di abbracciare la propria unicità, senza dover sacrificare il sé più profondo per adattarsi agli altri.
Essenziale comprendere che la ricerca di identità durante il periodo dell’adolescenza è un percorso individuale, soggettivo che ogni ragazzo/a attraversa in modo unico.
Un periodo di crescita, di auto-esplorazione e di sperimentazione, ma allo stesso tempo di confusione, incertezza, sbalzi di umore, conflitti interiori, non sempre semplici da gestire.
Arrivano le prime domande esistenziali quali “Chi sono?”, “Chi voglio diventare?”.
Si inizia a vagare nel labirinto della propria identità cercando modelli da seguire, punti di riferimento solidi e affrontando sfide e domande sul proprio scopo, valori, passioni e relazioni.
L’adolescente si trova in una sorta di limbo tra:
- il cercare di rimanere autentico e il distinguersi dai propri coetanei (assecondando il sé e abbracciando la propria unicità anche a scapito della propria popolarità)
- la pressione verso il conformarsi agli standard sociali, alle aspettative degli altri per paura del giudizio di chi lo circonda.
E in tutto questo, anche se non lo dice apertamente, l’adolescente cerca sostegno emotivo, chi lo riesca a comprendere, chi lo ascolti privo di giudizio e, a volte, anche senza proferire parola.
Cerca chi lo supporti e accompagni attraverso questo viaggio di scoperta di sé.
Il ruolo dell’adulto
Ecco perché l’ascolto attivo, l’empatia e la guida senza giudizio possono aiutare gli adolescenti a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e una base solida per costruire la propria identità.
L’adulto può aiutare l’adolescente a sviluppare una mente critica e a valutare in modo autonomo le influenze esterne. Può aiutarlo a sviluppare un senso di fiducia e di apprezzamento per sé stesso.
Può guidarlo nel corretto utilizzo della tecnologia e dei social media per coglierne opportunità e vantaggi, salvaguardandolo, invece, dai rischi e dagli effetti tossici che ne possono derivare.
In conclusione, lungo questo viaggio nel labirinto dell’identità un adulto presente può sostenere l’adolescente, ascoltarlo e apprezzare in modo esplicito le sue peculiarità, considerandolo unico protagonista della propria crescita personale.